| Premessa: durante i vari incontri ho provato a prendere nota di tutte le risposte. Le parole non saranno puntuali, ma una parafrasi. Spero quindi di non aver modificato troppo il contenuto delle parole espresse dagli autori. Purtroppo il peso, lo spazio, il meteo e i miei mezzi tecnologici, non mi hanno permesso un supporto maggiore.
I traduttori ogni tanto parlano in prima persona, altre volte in terza, quindi se vedete cambiare soggetto, è tutto normale, ho preso appunti un po' così, un po' colì. Mi sembra che siano comprensibili.
Qui riassumerò tutte le domande fatte a Naoki Urasawa e le sue risposte.
Regole che dovevamo rispettare in uno degli incontri: No domande su mangaka contemporanei. No Ghibli. No Disney. No Politica. No pareri su altri autori. Sì domande su grandi autori del passato.
In 20th si parla del passaggio tra giovani e adulti. Come la sua infanzia ha influenzato le sue opere? Prima di tutto questo è il mio 40esimo anniversario. E sono molto contento di essere a Lucca proprio in questa occasione. Ho iniziato a disegnare a 5 anni. Disegni molto semplici. Dagli 8 anni in avanti posso dire invece che non è cambiato il mio stile. A 13 anni primo impatto con la fenice e i manga di Tezuka. Lì è cambiato tutto su come realizzare manga.
A proposito di Tezuka, Pluto... Se potesse scegliere un'altra opera di un altro autore internazionale o giapponese c'è un'altra opera che vorrebbe adattare reinterpretare? No basta ne ho abbastanza degli altri autori. 😂 Anche quando ho deciso di realizzare Pluto sono stato malissimo. Ho avuto l'orticaria per lo stress.
Pluto: in che modo si è approcciato all'opera di tezuka pur lasciando la propria impronta? Quando ho letto la storia originale avevo 5 anni. L'ho riletta ad 8. Quando ho realizzato il manga ne avevo 43 anni. Dagli 8 ai 43 non l'ho più riletto. Avevo in memoria qualcosa, dei ricordi, che magari nell'originale non c'erano neanche. Questo mi ha permesso di mettere su carta la mia visione.
Dopo le ultime opere thriller drammatiche, ha intenzione di tornare in futuro su opere sportive? Non è che ci stia pensando di disegnare manga sportivi. Non sento di aver mai realizzato manga sportivi, ma sento dentro di me di realizzare manga pieni di mistero. Dentro il cuore sento di dover realizzare manga più misteriosi.
È un dono naturale o uno studio il fatto di riuscire a caratterizzare in modo così profondo i personaggi? (È in crisi.) Non so se vale come risposta. Mi ricordo che mentre realizzavo 20th dovevo disegnare la nonna di kenji, ho provato in mille modi a realizzarla, non riuscivo a trovare il personaggio che volevo. Sono uscito, sono andato a fare la spesa, e ho incontrato una vecchia e ho capito che era lei. Per me creare personaggi è questo.
Stephen King, ci sono altre opere che l'hanno ispirata? (ci ha pensato tanto, n.d.r.). Da 20 anni legge soltanto Stephen King e un pochino di Murakami Haruki.
Manga e musica nel manga. Quando e come è nato il suo amore per la musica e quando lo ha inserito nelle sue opere? Quando avevo 13 anni ho iniziato con la chitarra. Subito dopo ho iniziato a scrivere le mie canzoni. Avevo 2 registratori. Suonavo. Registravo. Riascoltavo. Poi risuonavo, riregistravo ecc... in loop. Ora col digitale è tutto più facile. In quel momento era invece difficile. Quando trovavo il suono perfetto, ero lì che doveva fermare il tutto, cancellare il resto e ripartire. Un'altra cosa importante è che mi piaceva molto suonare anche l'armonica e pensavo a quel punto di aver creato un'orchestra con chitarra e armonica.
Struttura cinematografica con cliffhanger. Si è ispirato a qualcuno? Sono tanti i registi da cui ho preso spunto. Se ne devo prendere qualcuno: Kurosawa, Ozu, Bogdanovic, fratelli Coen (+ un quinto che mi sono perso, n.d.r.)
I suoi personaggi cambiano tanto, invecchiano anche. Quanto c'è di prestabilito e quanto invece cambia in corso d'opera? (Ce lo disegna per far capire meglio, n.d.r.) Prendiamo il gioco degli Shogi. C'è una pedina che si muove come un cavallo degli scacchi. Lui immagina i personaggi così. Possono andare, avanzando, solo in quei due posti. Io voglio disegnare questo tipi di personaggi.
(Domanda difficile che non mi sono scritto.) È una cosa che ho realizzato in un'intervista fatta ieri. La mia intenzione non era quella di disegnare la storia di personaggi cattivi. Mi sono concentrato su Tenma perché essendo un dottore a seconda delle sue scelte cambiava tanto il destino delle persone. Non era un focus su persone malvage. Voglio anche ringraziare voi perché grazie alle vostre domande imparo ogni giorno.
Cosa le piace più disegnare? Mi piace un genere più commedia, nel cuore degli uomini tutto è una commedia, ma poi tutto si trasforma. A seconda degli eventi la storia varia su più punti. Mi piace che anche nei momenti più difficili un personaggio si ferma e dichiara di aver fame. Questo li rende più umani i personaggi.
Domanda sul fatto che magari ha un evento in mente da voler disegnare e crea tutto il resto per arrivare a quell'evento. Sulla creazione della storia penso sempre alla fine come primo passo. Poi in un manga pensato per durare 6 7 8 anni, dal primo episodio alla fine accade di cambiare idea. Durante lo svolgimento i personaggi crescono e lo scrittore insieme a loro. Spesso accade di arrivare ad un finale diverso. Pensando la stessa cosa per un film di 2h, anche se il finale è deciso, a seconda degli eventi capita che il regista cambi idea. Dipende anche da come rispondono i lettori.
Lucca? Cosa ne pensa del festival, della città? Potrebbe mai disegnare qualcosa ambientato qui? Lucca è bellissima. Viene voglia di disegnarla. Se decidessi di realizzare una storia ambientata in Europa, sicuramente potrei usare elementi di Lucca. Per usarla sto facendo un sacco di foto.
Il futuro è un tema ricorrente. Domanda se ha un consiglio per le nuove generazioni per il futuro. Rispondo restringendo la domanda come se stessimo parlando solo di chi aspira a diventare disegnatore. Il lavoro è molto duro. Mi sento di dire di non disegnare solo per vendere. Basta cercare di fare qualcosa che piace. Creare qualcosa che vende e basta è quello che vorrebbero gli editor ma vuol dire realizzare qualcosa che è la copia di altre quindi questo non permette di procedere, di progredire. Per esempio parlando di Monster volevo realizzarlo e ne parlai con gli editor e mi dissero che non avrebbe venduto. Mi hanno dato 4 numeri. Poi però grandi vendite e quindi sono diventati 18 numeri.
Ci sono eventi che si ripetono nelle sue opere. Questo perché hanno caratterizzato la sua vita o della collettività? Esempio? Esempio expo di Osaka. Viene citato. (In realtà sembra di no, è solo in 20th, n.d.r.) Non ho capito. (a questo punto chi gestiva la conversazione modifica la domanda chiedendo il perché di alcune scene che si ripetono nei suoi manga, come quelle dove si ritrae un personaggio in lacrime, ndr) Non mi piace realizzare troppe scene di pianto. Quando le leggo faccio "che è sta cosa?", non la capisco. La commozione non viene fuori durante la lettura. Il fatto di non capire scatena l'effetto contrario. 2001 odissea nello spazio quando l'ho visto ho pensato: che è? Cosa ho visto? Poi però alla lunga ha avuto la sensazione di voler realizzare una cosa simile. In Giappone quando si scrive una storia ci sono 4 temi: amore divertimento/gioia rabbia tristezza. Questi sono i temi principali. Nel mezzo si possono infilare altri tipi di emozioni, cercando di inserirle in questi spazi stretti in mezzo ai 4 capisaldi. Per esempio quando realizzo un personaggio che sorride a pieno volto, ci si deve chiedere: quanto è triste questa persona? Voglio cercare di dare più livelli di lettura.
(domanda sui suoi primi disegni) (Urasawa racconta che i suoi primi disegni erano copie di Tezuka, gli avevano infatti regalato un libro del maestro da cui riprendeva le illustrazioni) Non avevo pensato nemmeno una volta di fare il mangaka.
(gli chiedono delle scadenze) Nel momento più delicato delle consegne avevo 6 scadenze in un mese. Per Monster ci voleva un mese per fare gli sfondi, ma dovevo consegnare i capitoli due volte in un mese. Contemporaneamente avevo anche Yawara e Happy!. Un sacco di lavoro. Questo tipo di vita l'ho fatta per 20 anni.
Adesso invece? Ora è il 40esimo anniversario da esordio come mangaka. Ora sono molto più rilassato e tranquillo. Gli editor mi ascoltano molto di più.
Straordinaria complessità delle trame. Ha in mente già dall'inizio le sottotrame o no? Il lavoro del mangaka è particolare. Tutte le volte che si disegna qualcosa, prima bisogna fare un capitolo e presentarlo all'editor e come risposta ti danno il numero di volumi da poter pubblicare. Dipende anche dalla reazione del pubblico post pubblicazione del primo capitolo. Se anche quel primo capitolo viene pubblicato, poi si guardano le reazioni dei lettori. Si cerca quindi di trovare un compromesso. Le storie quindi subiscono dei cambiamenti inaspettati dovuti a questo. E spesso i manga proprio a causa di questo diventano ancora più interessanti.
Edited by rinnonair - 7/11/2023, 09:06
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