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[...] società fatta di individualismo, egoismo ed egocentrismo, con le istituzioni (siano esse scuola o forze dell'ordine) sostanzialmente assenti o indifferenti, quando non addirittura complici. [...] Non parlerei proprio di una società fatta di individualismo e di egocentrismo, anzi tutt'altro, è che proprio il corporativismo (nel caso del Giappone è il risultato di una matrice neoconfuciana, mai del tutto dimenticata) causa queste discrepanze dimenticando, invece, l'individuo e la sua individualità, perchè il "caso" narrato nel fumetto è un caso che deve essere affrontato singolarmente e non applicandogli un modello, nella situazione narrata quello dei sopprusi sui minori. C'è un modo di dire in Giappone che afferma "il chiodo che sporge va preso a martellate", un' interpretazione più generale vorrebbe così che un individuo non riesca o non debba imporre la sua volontà su una moltitudine, o su un ambiente, destabilizzandoli. Sembra una cosa saggia, il bagno di umiltà è fondamentale, in verità però nella sua peggiore applicazione, quando una società si autocompiace, quando si astrae il contatto con l'altro, quando ci si dimentica che dietro ad un nome c'è un essere umano, significa che tutti quelli che non sono omologati alla massa vengono isolati. È facile dedurre che questo comporta che anche chi si trovi, a sua insaputa e senza sue responsabilità, in una situazione non conforme alla normalità, veda nascere in lui la percezione che quello che ha subito o stia subendo sia causa sua. Applichiamolo nel caso in questione, facciamo che su 100 bambini, 5 subiscono i sopprusi, la normalità, la maggioranza riguarda quindi il 95%, pertanto il "chiodo che sporge" è quel 5%, ecco perché la nostra protagonista non viene né compresa, né accettata, ma isolata e lasciata macerare in un sistema incapace di dare riscontro all'individuo. |