CITAZIONE (leonearmato @ 4/12/2021, 14:23)
Jonathan Franzen - Crossroads (Einaudi 2021)
Per me è fino a 2/3 un'opera enorme, tra l'ironico, il grottesco ed il truce, tenta di fare la sintesi di un'epoca, il fine anni sessanta, gli inizi degli anni settanta tra due anime americane, la prima quella pia, ortodossa e xenofoba che creò il miracolo americano, la seconda quella della liberazione ideologica che ricevette la spinta definitiva dalla catastrofica guerra del Viet Nam. Una sintesi che mette in essere
personaggi multisfacettati, adulti che anelano alle dinamiche giovanili, giovani che in quel bailamme di regole dai contorni amorfi ne cercano e ne costruiscono delle loro. Ecco, per esempio, la deriva religiosa, solo formale, però, della ragazza della famiglia.
Dopodichè il libro nella parte finale, in quella prosopepea religiosa si eclissa, diventa ridodante e ripetitivo, anela ad una inutile quadratura del cerchio, cosa che in Correzioni, invece non c'era, giustappunto.
Ideologicamente è comprensibile, la cultura cristiana si fonda sul senso di colpa, e gli States restano vincolati a questo dogma, è quindi sensato che nell'io più profondo l'uomo cerchi una sua quadra tra quello che fa, quello che i principi costitutivi su cui si è formato gli hanno inculcato, e le dinamiche moderne che gli offrono nuovi strumenti per gestire l'evolversi sociale.
Però è ossessivo, lento, macchinoso, rende meno ficcante il bel flashback del sacerdote nella riserva navajo.
Ma, come scrivi, Franzen è sempre un bel leggero, c'è tanta altra roba su cui si potrebbe discutere per giorni e giorni, è uno che costruisce poliedricamente i personaggi, che riesce a fissare l'anima dell'uomo contemporaneo come pochi altri.
CITAZIONE (Bloodinthewater @ 18/12/2021, 11:33)
Ho letto Il Giovane Holden per la prima volta
Troppo bello ragazzi, m'ha fatto morire.
Sono come Minty, lo trovai fastidioso e noioso. Però, a mente fredda, bisogna ammettere che è opera sempieterna proprio nel suo riuscire a descrivere una adolescenza volubile, alla continua ricerca di sue regole, che sfida il potere costituivo, che si pente della sua sfida, che creerà la sua strada sulla cenere di quelle dei padri.
Ora costruirò un altro dei miei inutili ed arzigogolati commenti, questa volta su
Il giorno del Bianconiglio, di Alessandro Curioni.
Squilli di trombe, rullo di tamburi:
che sòla.